Venerdì 15 Dicembre 2017, durante il Contributor Day di WordCamp Roma, il tavolo Community è stato dedicato agli organizzatori di meetup (e aspiranti tali!).
In questo post riporto i miei appunti presi durante l’incontro: per forza di cose potranno risultare frammentati! Invito chi c’era a commentare e aggiungere, segnalarmi se ho frainteso; e soprattutto invito chi non c’era ad aggiungere il suo pensiero. Commentate!
Grazie a tutti quelli che hanno partecipato, dal vivo e via Slack. Sarebbe bello ripetere 🙂
Giro di tavolo
Abbiamo iniziato con un giro di tavolo, chiedendo agli organizzatori di meetup di descrivere brevemente la loro esperienza, in particolare: da quanto tempo viene organizzato il meetup, in che spazio, quanta gente partecipa mediamente, l’agenda-tipo di un incontro.
Selena, Avezzano:
minimo 3 massimo 25 persone, ci diamo 15 minuti di chiacchiere prima di iniziare, facciamo un solo argomento a sera. Si fa da un anno e mezzo.
Antonio, Andria:
poche persone ma che tornano ogni volta, un gruppo solido. Si fa un solo argomento a sera. La location è sponsorizzata.
Margherita, Ancona:
lo facciamo da un anno e mezzo, di solito un talk su un argomento e poi ci confrontiamo. Concludiamo “a tarallucci e vino”. In media ci sono da 5 a 15 persone, con un buon gruppo di fedelissimi. Abbiamo fatto anche vere e proprie sessioni di sviluppo, costruendo insieme il sito del meetup.
Giulia, Verona:
da un anno e mezzo, in un coworking. Dalle 10 alle 40 persone, ogni sera un solo argomento e se non c’è nessuno a fare un talk ci sediamo semplicemente a parlare dell’argomento scelto.
Antonino, Catania:
ogni sera facciamo due argomenti, intervallati da pausa e networking. Offriamo stuzzichini e pizza e birra, la sede è un coworking. Vengono in media 30-40 persone, con picco di 70.
Iacopo, Arezzo:
Finora abbiamo fatto un solo incontro, in cui abbiamo presentato differenza tra .com e .org e raccontato le nostre esperienze. Nel prossimo (il secondo incontro) si parlerà di sicurezza e backup. La sala ci viene data da Confartigianato.
Francesca, Torino:
iniziato a maggio 2015, il team organizzativo cambia periodicamente. In media ci sono 30-40 partecipanti, con massimi di 70-80. La sede è un coworking con molte potenzialità perché luogo di altri meetup tech. Abbiamo anche uno sponsor per il cibo e uno che ci ha regalato una videocamera. Mettiamo su wordpress.tv tutti i talk.
Luca, Udine – Romagna – Vienna
A Vienna dal 2013, ma sono uscito dal team di organizzatori. Ai primi incontri in media 30-50 persone. Ma si percepiva barriera all’ingresso, le persone non venivano coinvolte.
Il meetup romagna è nato nel 2015, ci sono circa 30 persone a incontro. C’è un problema che si fa a Cesena e in realtà non è così comodo per chi viene dalle altre città della romagna.
Udine: aperto ma non ancora fatto il primo incontro, non ci sono iscritti ma anche se non venisse nessuno ne metterò in calendario un altro, e così via.
Eugenio e Marco, Roma
il meetup esiste da 2014, senza però essere nel chapter e senza la community come la conosciamo oggi; per molto tempo non abbiamo avuto sede fissa ed era un problema raggiungerci. Siamo da 6 a 100 persone. La difficoltà che abbiamo incontrato è che organizzare era faticoso, perché in molti arrivavano non per fare community ma formazione. Le persone erano abituate a venire a sedersi, davanti ad uno speaker.
Eleonora, Perugia:
vorrei farlo partire ma sono sola, non so come iniziare a coinvolgere le persone.
Simona, Milano:
Nato già anni fa, io lo frequento (non sono organizzatrice) da dopo wctrn. Di solito ci sono due talk, poi chi vuole prosegue in pizzeria; ultimo incontro è stato un po’ diverso, con pc a disposizione per provare gutenberg. Serata interessante con molta partecipazione.
Appunti dalla discussione
[I lavori sono stati trasmessi in diretta (con una webcam e un collegamento tramite zoom), e hanno partecipato anche alcune persone da remoto, commentando su #meta-meetup su Slack.
Qui cerco di riportare alcune delle considerazioni fatte.]
Considerazioni e idee sui format:
Si può anche rovesciare lo schema, e mangiare qualcosa insieme all’inizio anziché alla fine: questo crea un clima più rilassato.
Far portare bere e cibo ai partecipanti, crea una bella atmosfera.
La chiave è chiacchierare, creare un ambiente rilassato.
Trovare dei temi che accontentino tutti: alcuni scelgono di fare due diversi talk a serata, altri di alternare mese per mese. In alcune città (es: Londra) ci sono più meetup mensili o più gruppi, focalizzati verticalmente su un tema (es: dev).
Ripetere sempre che questo meetup si fa se la gente partecipa.
Proporre una cena alla fine del primo incontro: chi resta probabilmente poi ci sarà sempre.
Fare sempre un questionario per capire chi c’è.
Obiettivo: sostenibilità
[Si è sviluppata in particolare una discussione attorno alla parola chiave “sostenibilità”, qui sotto le considerazioni emerse. Chiaramente si tratta di spezzoni di discussione, ma spero siano comprensibili anche a chi non ha seguito dal vivo!]
Per quanto sia bello ed eccitante far partire un meetup, bisogna ragionare su: cosa sarà tra 10 anni. Avere in mente prima di tutto la sostenibilità a lungo termine: è quello il vero contributo che si può dare.
Bisogna stare molto attenti a “partire con il botto” perché si creano aspettative nei partecipanti, che poi non vengono coinvolti nell’organizzazione e si aspettano sempre incontri ricchi e formativi.
Attenzione anche se lo stesso gruppo organizza sia meetup che WordCamp: diventa troppo pesante e faticoso!
Per chi inizia è bene distinguere tra i propri obiettivi personali e quelli del meetup.
Quando si inizia bisogna chiedersi come prima cosa (non quando si arriva a essere stanchi!) per quale motivo lo sto facendo?
La risposta non può essere “riempire una sala” perché sul lungo periodo è insostenibile. Anche perché all’inizio la riempi con i tuoi contatti, ma non è sostenibile.
L’obiettivo dei meetup (e di WordPress in generale) è la democratizzazione del publishing online. Se si è da soli a organizzare e all’inizio non viene nessuno, hai comunque raggiunto l’obiettivo. Se al mio primo meetup non c’è nessuno, ne faremo un altro.
Il problema della community basata su contribuzione è l’appropriazione: persone che hanno contribuito tanto o poco e si mettono in posizione per cui (in modo intrinseco o estrinseco) creano un tappo nella crescita e nel funzionamento corretto, e succede poi che altri non si fanno avanti perché si sentono “intimiditi” dagli organizzatori storici.
Non esistono gatekeeper ufficiali e questo ne genera di non ufficiali.
Il tema del networking è importante: c’è bisogno di conoscere gente e aggregarci ed è stato punto di partenza per poi fare business. Tutti abbiamo bisogno di conoscere altra gente che fa il mio stesso lavoro, per crescere.
Però se chi partecipa lo fa per networking, ok; se chi organizza lo fa solo per quello e per proprio beneficio, non funziona.
Sostenibilità significa chiedersi: cosa succede quando io non ci sono più? Hanno tutti gli strumenti per portare avanti il meetup? Il mito della crescita costante non importa: bisogna creare successione.
Troppo entusiasmo non è un errore, errore è confondere successo con continuità.
Una idea può essere quella di mettere a calendario tutti gli incontri successivi: li faremo a prescindere. Questo riduce la pressione sul “successo” e fisiologico calo di presenze.
#contributor-day