"Alcuni studenti hanno letteralmente gettato in aria i libri"...

E così i compiti sono diventati un piacere

È arrivata così, come un fulmine a ciel sereno, la chiusura totale delle scuole. Dopo

È arrivata così, come un fulmine a ciel sereno, la chiusura totale delle scuole.
Dopo una prima ondata di euforia generale e di libri gettati al vento, ci siamo subito resi conto (soprattutto noi maturandi) che la scuola non poteva – e soprattutto non doveva – fermarsi.  

Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto: ecco che la scuola è entrata nelle nostre case, diventate improvvisamente aule studio e biblioteche.
Fin dal primo momento è risultato vitale mantenere viva la comunità di classe, di scuola, per combattere non solo l’isolamento, ma soprattutto la demotivazione di noi studenti, sferzati da questo isolamento sociale come da una raffica di vento. La Didattica a Distanza è l’unico modo che abbiamo per rimanere aggrappati alla realtà, per non abbandonare le nostre abitudini, per continuare ad imparare, per non mollare, per non lasciarci cullare dall’ebbrezza del disimpegno…

…ignoravano puerilmente il fatto che sarebbero stati loro a doverli raccogliere.

A differenza dei mesi scorsi, questi mesi di didattica a distanza scorrono lenti. Noi studenti non siamo più “costretti” dagli impegni (scolastici e non), e abbiamo imparato ad apprezzare le piccole cose quotidiane.
Potrà sembrare strano, eppure l’impressione è che proprio per tali ragioni siamo diventati anche molto più produttivi. Il tempo a nostra disposizione è tanto: le lezioni “vere” ci mancano…tanto. Solo ricerche e approfondimenti ci aiutano nel sentirci “scuola”, ci affiancano nel combattere la nostra personale battaglia contro un “nemico invisibile”.
Proprio i compiti in questo periodo, anche per i meno volenterosi, sono diventati quasi un piacere, una valvola di sfogo per tenere occupata la mente. È difficile, infatti, evadere dalle tristi notizie che passano in televisione e in radio, sfuggire al bombardamento mediatico e alla brutalità che ci circonda.

Abbiamo bisogno di recuperare un senso di sicurezza, di aggrapparci alle nostre piccole certezze – e la scuola è proprio in cima a queste. Fare i compiti è diventato, allora, quasi un bisogno vitale, un piccolo passo verso un ritorno alla normalità che sembra ancora lontano.
Anche se dietro uno schermo, la DaD ci costringe ad essere produttivi, permette alle nostre menti di non immergersi nel vuoto e di pensare – il bisogno umano per eccellenza. Cogito ergo sum.

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