La vicepreside Imperiale seduta nella sua postazione abituale all’angolo del primo piano. Foto di João Antonucci.

DiscoveryAri: la vicepreside che non ti aspetti

Ogni giorno nella nostra scuola incontriamo volti e ci rapportiamo a persone che conosciamo solo

Ogni giorno nella nostra scuola incontriamo volti e ci rapportiamo a persone che conosciamo solo per quello che rappresentano, per il ruolo che ricoprono nella nostra esperienza scolastica.
Ci è venuta voglia di provare ad andare oltre, incontrando le persone che si celano dietro i ruoli e le funzioni scolastiche: da questo proposito nasce la rubrica DiscoveryAri.
Ci è piaciuto iniziare questo percorso partendo dalla vicepreside della nostra scuola, Giusy Imperiale, che ci ha accolte calorosamente nel suo ufficio in una mattina di Dicembre per rispondere ad alcune domande…

Professoressa, vorrebbe raccontarci com’è iniziata la sua esperienza nel Liceo Aristosseno?

Questo per me è l’undicesimo anno di presenza in questa scuola che, come voi sapete, è la più grande della provincia di Taranto. Il Liceo Aristosseno è stato un incontro straordinario sulla strada della mia carriera; sono venuta a contatto con situazioni di altissimo livello da ogni punto di vista: apprendimento, didattica, competenze disciplinari ed, in particolare, l’utenza.
I ragazzi che frequentano questo Liceo sono consapevoli di far parte di una scuola che fornirà loro tutti gli strumenti necessari per accedere, in futuro, ad una carriera di studi e di lavoro di grande spessore.
Io
ho insegnato per 7 anni e il 1°Settembre del 2016 sono stata scelta dal Dirigente scolastico per essere la sua prima vicaria,in seguito al pensionamento della storica vicepreside di questa scuola, la professoressa Tonia Torcello.

Ci racconta qualche aneddoto della sua esperienza scolastica da alunna?

Il periodo in cui io ero una studentessa era molto diverso da quello odierno poiché noi, ad esempio, non avevamo questo rapporto così leale ed aperto con i docenti, molti dei quali si limitavano unicamente a svolgere il proprio lavoro.
Ricordo con gratitudine due particolari significativi della mia vita da studentessa: la prima è stata la mia maestra delle elementari, la quale mi ha fatto vivere i primi cinque anni di scuola con una leggerezza, ma allo stesso tempo con un’autorevolezza, che non dimenticherò mai. La seconda corrisponde al mio desiderio di andare a scuola anche quando non stavo bene, mentre mia madre mi implorava di non farlo. Con il tempo ho capito che queste due cose erano strettamente legate, in quanto è compito in particolare degli insegnanti trasmettere curiosità, passione ed interesse nei confronti dello studio
.

Facciamo un gioco. Provi a pensare di poter scegliere un lavoro diverso da questo. Cosa immaginerebbe?

Nient’altro: io sono nata per insegnare e sono pienamente gratificata dal mio lavoro. Trovo che sia straordinario incrociare lo sguardo degli studenti, cogliere nei loro occhi la passione per ciò che trasmetti e capire perfettamente che hanno compreso i tuoi insegnamenti. Anche ora, pur non avendo il rapporto quotidiano con le classi come insegnante, cerco di intercettare i loro bisogni i loro bisogni e le loro necessità e di risolvere gli eventuali problemi che i ragazzi manifestano, considerata la particolare età che attraverso durante gli anni del liceo. Inoltre, la porta del mio ufficio è sempre aperta!

Qual è il suo più grande desiderio per la nostra scuola ?

Che cresca sempre nella possibilità di garantire un vero futuro, dal punto di vista culturale e lavorativo, ai ragazzi che trascorrono 5 anni della loro vita con noi.
Il mio desiderio è che rimanga sempre
l’impronta del Liceo Aristosseno che, come voi sapete, è differente da quella degli altri licei per tanti motivi. Per esempio, lo scorso Dicembre si è tenuta, come ogni anno, la serata dedicata alla solidarietà Aristosseno for Africa, durante la quale ho potuto constatare come i nostri ragazzi siano stati in grado di organizzare questa manifestazione mettendo in campo tutte le loro capacità umane, relazionali ed artistiche, poiché spinti dal desiderio di sostenere ed aiutare i meno fortunati.

Cosa farebbe per migliorare la nostra scuola?

Personalmente credo che il Liceo Aristosseno abbia raggiunto un livello molto alto in vari ambiti. Ovviamente si può sempre migliorare e quindi anche il nostro liceo può farlo.
L’Aristosseno, inoltre, è impegnato quotidianamente nel procurare tutti gli strumenti utili all’apprendimento per i nostri alunni. Tuttavia, si può sempre pensare ad un
ampliamento dell’offerta formativa e progettuale e, in particolare, il Dirigente Scolastico è sempre molto attento ad intercettare le richieste del territorio ed a valorizzarlo. Alla luce di ciò, ci tengo a sottolineare che tutti i nostri progetti di alternanza scuola-lavoro sono indirizzati ad aziende appartenenti al territorio tarantino,al fine di sostenere iniziative di livello nella nostra città.

Il suo ruolo le garantisce un osservatorio privilegiato in merito alle giovani generazioni di oggi. Quale considerazione ne trae?

Penso che possano dare tanto, ma devono imparare a gestire bene i mille impulsi che provengono, ad esempio, dalla Rete e da modelli che negli ultimi 25 anni hanno diffuso messaggi non sempre condivisibili e corretti. Io, però, credo moltissimo nei ragazzi, nella consapevolezza che sono loro che dovranno governare il futuro ed imparare a mettere in pratica ciò che hanno appreso.

Il suo augurio particolare per gli alunni del Liceo Aristosseno.

Il mio consiglio per i ragazzi è quello di studiare, vi sembrerà una banalità ma lo studio è ciò che vi renderà liberi!

Sono bastate queste poche domande per capire “chi c’è” dietro il ruolo di vicario del dirigente scolastico.
Giusy Imperiale è una donna molto determinata, che ha sempre creduto in sé stessa, non si è mai arresa davanti a niente e alla fine ha realizzato il suo sogno!
“Se puoi sognarlo, puoi farlo”: pensiamo che questa celebre frase di Walt Disney racchiuda al meglio il pensiero della professoressa Imperiale. L’incarico di vicepreside, nella sua persona, non è semplicemente un ruolo scolastico, ma la dimostrazione che ogni sogno può diventare realtà. Basta crederci.

Martina Coletta e Miriam Fornaro

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