Una vittoria mutilata

Questa è la mia ultima testimonianza da membro della redazione de La Fenice. Questo è

Questa è la mia ultima testimonianza da membro della redazione de La Fenice. Questo è il mio “epitaffio” – forse inutile, forse vago – di ciò che è stato e di ciò che ho fatto. Non una storia del giornale, ma di ciò che esso è stato per me.

Nel lontano 2016, senz’alcun motivo, mi ritrovai in un pomeriggio ottobrino a parlare davanti a degli sconosciuti di quello che un tempo era stato un grande giornale scolastico a livello nazionale, ma che ormai da due anni non pubblicava più nulla, La Fenice appunto. Per lei era arrivato il momento di rinvigorirsi, e toccava a noi farla rinascere dalle sue ceneri.
Così, capitanati da Alessia Granieri, Antonio Giannotte, Martino Ruggiero e Vincenzo Mastrocinque (nomi ormai storici e che gli studenti più “anziani” ricordano con affetto), ci siamo dati da fare.

Nonostante i testi di qualità alta, la Fenice risultò ad aprile un progetto fallimentare, perché non avevamo un grafico che ci impaginasse. All’ultimo incontro, però, ormai sconsolati subito dopo esserci salutati, abbiamo deciso di non arrenderci: io, Giannotte e Mastrocinque abbiamo raccolto tutti i testi e, senza alcuna nozione di graphic design, abbiamo impaginato l’intero giornale nel giro di un paio di giorni.
Il risultato? Tra il mediocre e il brutto, ma ci eravamo veramente impegnati. A salvarci fu il Preside, che all’ultimo momento ci fornì i mezzi per realizzare una grafica fantastica, grazie al lavoro di alcuni professionisti.

L’anno seguente, la svolta (almeno per me). Tradizionalmente a dirigere il giornale erano studenti di quinto, della redazione precedente eravamo rimasti in pochissimi, e fu così che divenimmo direttori io e Sara Petruzzi – e così fu per due anni.
Degno di nota il fatto che il 70% della redazione fosse composta da studenti dell’attuale 5^ D (caratteristica che nel tempo non è cambiata) – in maggioranza costretti da me.

I due seguenti sono stati anni intensi, in cui il giornale è tornato a rinascere in modo importante, non solo per le pubblicazioni, ma soprattutto per la presenza degli studenti; innumerevoli volte ho girato tutte le classi per diffondere un avviso del Preside, ero sempre ovunque a rappresentare la Fenice ad ogni convento, uscita e festa.
Ricordo ancora che in terzo, a San Valentino, non ricevetti che due lettere: entrambe di ringraziamento per aver fatto rinascere la Fenice.

E arriviamo così a quest’anno. Con il nostro fantastico acquisto, il professor Paparella, la qualità si è alzata drasticamente di livello (nonostante fosse già alta con la professoressa Messinese) e lo si può facilmente constatare “sfogliando” il blog.
Guardando alla composizione dell’attuale redazione, non posso che essere fiducioso per l’avvenire del giornale, conoscendo le “reclute” più giovani. D’altronde, noto che si tratta di un passaggio generazionale: in fondo, questo è come il mio primo anno di Fenice, in cui i senior se ne vanno e le new entry all’improvviso si ritrovano a gestire l’eredità da protagonisti.
Fortunatamente questa volta a guidarli c’è qualcuno di competente – come avrei voluto che ci fosse stato qualcuno a guidarci tre anni fa…

Inutile dire che il nostro giornale mi ha aperto tante porte, permettendomi di andare in tanti posti e conoscere tanta gente. Tra le tante esperienze fatte, ad esempio, abbiamo potuto incontrare Giovanni Impastato ed Elio e le storie tese.
Non esagero quando dico che le persone più importanti per me in qualche modo c’entrano con la Fenice, e che quel che sono lo devo alla Fenice. È alla Fenice che ho conosciuto persone che mi hanno formato socialmente e politicamente, permettendomi di diventare quello che sono.

Lascio questo “papiro” ai posteri, nella speranza che qualcuno lo legga, e lo concludo ringraziando tutte le persone importanti nella mia vita , che probabilmente non avrei mai conosciuto se non fossi passato da questa esperienza: Antonio Giannotte, Claudia Calabrese, Sara Petruzzi, Carlotta Caroppo, Denise Apicella, Federica Valente, Francesca Eletti, Clarissa Pignatale, Karla Monaco, e praticamente tutti i membri delle varie formazioni della Fenice.



P.S. A João, che proprio oggi conclude con l’esame di maturità la sua avventura al Liceo Aristosseno, tutta la Redazione fa i migliori auguri per il suo percorso di vita futuro, ringraziandolo per l’impegno e la passione profusi per il giornale e per la scuola. Resterai una traccia, un esempio e un nostro punto di riferimento ancora a lungo.

3 thoughts on “Una vittoria mutilata

  1. Grazie a Joao per il suo entusiamo ed il suo impegno, che sono stati esemplari e trascinanti.Ti auguriamo il migliore dei futuri possibili (per una volta contraddiciamo il passeggere del venditore di almanacchi), nella certezza che questa esperienza ti ha lasciato un patrimonio di competenze che potrai giocarti domani.
    P.s. in giro “per conventi” proprio non ti ci vedo . La prof

  2. nessuno scritto quest anno all esame di Stato …e’ stato bello conoscervi anche attraverso le pagine di questo giornale e in qualche modo sentirmi anch’io protagonista della vostra storia . Auguri ragazzi !
    Mariarosaria Palmieri

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