Lisztomania portami via
Ciò che non si può dire e non si può tacere, la musica lo esprime.
Ciò che non si può dire e non si può tacere, la musica lo esprime.
Victor Hugo
La musica ha un valore fondamentale nelle nostre vite. È un’amica che ci comprende, ci consola e ci ama. Non è concepibile l’idea di trascorrere un’esistenza senza musica.
A Taranto, presso il circolo culturale Stazione 37, il 30 gennaio scorso, si è tenuto il concerto del famoso pianista Francesco Libetta. Solitamente nel club sono organizzati eventi jazz o pop, ma questo spettacolo ha dato inizio a una nuova rassegna di musica classica, la cui direzione artistica è curata dai maestri Dante Roberto e Alba Noti.
Tutto esaurito per la serata, complice la disponibilità limitata di posti per le norme Covid e malgrado il biglietto d’ingresso non esattamente a buon mercato (20 euro). Ma l’esperienza li vale tutti. Il locale, molto particolare, con un’atmosfera magica e accogliente, è reso unico da pareti di color grigio nubi e da un soffitto a forma di cupola. Le sedie, disposte intorno al pianoforte, formano una specie di ovale. Le luci, soffuse, si soffermano sul solo palchetto in fondo alla stanza, così da illuminare solo lo strumento.
Il maestro Francesco Libetta è un pianista di fama internazionale, nonché compositore e direttore d’orchestra italiano. È nato a Galatone (Lecce), ma la sua formazione musicale è avvenuta in Francia e Russia. Un regista ha dedicato un cortometraggio ad un suo concerto, con cui è stato premiato con i premi Diapason d’Or e CHOC – Le Monde de la Musique. Libetta ha anche scritto un saggio sulle sue riflessioni riguardo il mondo pianistico moderno, dal titolo Musicista in pochi decenni – Idoli, opinioni, esperienze sulla strada del successo sicuro.
Il pianoforte suonato è uno strumento unico nel suo genere. Infatti, come ha spiegato al pubblico il maestro, esso è un F. Blumel ibrido viennese. Risale al 1860 circa ed è stato ristrutturato nel corso degli anni; per questo motivo il suo interno è irrobustito e allungato con delle corde di metallo, ma il suono è conservatorio.
Dopo aver presentato lo strumento al pubblico, Libetta ha suonato il valzer Vi invito alla danza, del pianista viennese Carl Maria von Weber . Una vera e propria storia prende forma tra le note: la musica “racconta” di un uomo che chiede a una donna di ballare con lui; accetta; i due danzano e, infine, prendono congedo.
Il pianista ha specificato che il brano risale al 1840, anno in cui il valzer era ritenuto sconveniente, in quanto i ballerini danzavano in stretto contatto. Come ha detto Libetta stesso, “nessuna ragazza di buona famiglia avrebbe mai trovato marito se si fosse saputo che ballava il valzer”.
Durante il concerto, il pianista si è esibito con brani di Liszt, Schubert e, soprattutto, Chopin. A chiudere, una marea di applausi e una serie di bis del maestro richiesti dal pubblico.
La musica di Libetta è ultraterrena. Ti strega, trasmettendo emozioni forti e contrastanti. Le dita del pianista danzano sui tasti e danno vita a suoni paradisiaci, che baciano l’anima. Ascoltandoli, si comprende cosa sia veramente la “Lisztomania”, termine che indica la reazione di estasi che le persone provavano nell’ascoltare i brani del pianista Franz Liszt a teatro.