Maturità 2022, tra polemiche e incognite
La scuola ha da sempre rappresentato un punto fermo della società, un luogo di incontro
La scuola ha da sempre rappresentato un punto fermo della società, un luogo di incontro e allo stesso tempo di crescita e maturazione per molti ragazzi. In questo periodo di pandemia, però, essa si è trovata a fronteggiare diversi problemi: uno tra questi è la presenza o meno delle prove scritte nell’ambito dell’esame di maturità.
L’ESAME FINO AD OGGI
In Italia l’Esame di Stato ha previsto sino a questo momento 2 tipologie di prove scritte, la cui seconda varia a seconda dell’indirizzo di studio: come prima prova troviamo il classico elaborato d’italiano (a sua volta proposto secondo diverse tipologie testuali), mentre come seconda prova abbiamo per il liceo classico una traduzione di un testo in lingua latina o greca, per il liceo scientifico una prova di matematica o fisica ecc…. Inoltre, negli indirizzi ad opzione EsaBac, è presente anche una terza prova in lingua francese, che permette agli studenti di ricevere anche un secondo diploma in lingua francofona.
Successivamente, si passa all’‘esame orale, ovvero un colloquio complessivo con sei docenti del Consiglio di Classe, incentrato su alcuni nuclei tematici trasversali agli argomenti dell’ultimo anno di studi.
Negli ultimi due anni, tuttavia, a causa delle misure restrittive imposte dalla pandemia, tutto questo non è avvenuto e gli studenti hanno affrontato un esame “ridotto” al solo colloquio orale, senza dover passare prima per le prove scritte.
IPOTESI E POLEMICHE PER LA MATURITA’ 2022
Con il ritorno della didattica in presenza avremmo tutti pensato al ripristino del classico esame di maturità, e invece questo passo indietro sembrerebbe non essere così scontato.
Fermo restando che l’intenzione del Ministro, ribadita in più occasioni, è quella di confermare gli scritti, non sono mancate proteste da parte delle associazioni studentesche, che hanno lamentato l’impreparazione dei maturandi in conseguenza della didattica “intermittente” degli ultimi anni. Ad esse si è aggiunto anche il parere polemico del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione in merito alle bozze di Ordinanze sull’Esame di Stato predisposte dal ministro. Il risultato è che i provvedimenti che dovrebbero regolare lo svolgimento della Maturità 2022 sono da settimane fermi in Parlamento, in clamoroso ritardo rispetto agli anni precedenti.
Non è del tutto escluso, quindi, che il Ministero dell’Istruzione, su richiesta di molti studenti, possa considerare la possibilità di continuare con la metodologia di esame ridotto.
IL DIBATTITO
Questo argomento è stato trattato da diverse personalità del mondo della cultura tra cui Luciano Canfora e Paola Mastrocola, un classicista e una scrittrice, che hanno rivolto un appello al Ministro Bianchi esponendo il proprio parere sull’argomento.
I due autorevoli esperti hanno espresso la propria perplessità riguardo all’eliminazione della prova scritta, non solo per il fatto che questa richiesta è stata esposta da un numero imprecisato di studenti e sarebbe sbagliato chiedere ai diretti interessati se abrogare o meno la prova d’esame, ma soprattutto perché questa è ritenuta da molti indispensabile, e nessuno penserebbe di chiedere mai ai cittadini se abolire o meno le tasse o l’esame di guida.
Le idee sostenute dagli autori trovano molte teorie a loro supporto, tra cui quella secondo cui non ci sarebbe modo migliore per dimostrare le competenze acquisite che attraverso un elaborato, una prova di matematica o una produzione scritta in lingua straniera, che dà anche agli studenti la possibilità di arricchirsi da un punto di vista linguistico, lessicale e culturale.
LE RAGIONI DEGLI “ABOLIZIONISTI”
Se volessimo trovare una motivazione che possa giustificare l’abolizione delle prove scritte, potremmo dire che da ormai due anni la frequenza in presenza è stata sporadica e la didattica a distanza, per un lungo periodo, si è sostituita alla normalità. Tutti sappiamo cosa è stata la DaD: un’esperienza a dir poco stressante, a tratti “alienante”, peggiorata se possibile dalle disparità sociali che hanno differenziato fortemente l’accesso degli alunni a questa modalità di scuola. Ma la mancanza di continuità nello studio e la supposta minor preparazione di taluni studenti, sono davvero buone motivazioni per chiedere l’abolizione
delle prove scritte? Non si può sottovalutare il fatto che ciò comporterebbe anche una notevole semplificazione dell’esame: davvero il solo orale permetterebbe ai ragazzi di esprimere al meglio le proprie potenzialità e la propria maturità?
In conclusione, crediamo davvero che si possa rinunciare alle prove scritte? Perché, anche se non ce ne accorgiamo, queste fanno la differenza, non solo perché ci preparano alla successiva prova dell’esame orale, ma soprattutto perché danno l’opportunità a tutti di esprimere le proprie opinioni liberamente senza preoccuparsi di essere giudicati da nessuno.