Un Don per prof.
Dopo quasi 25 anni è prossimo a lasciare l’insegnamento il prof. Carmine Agresta. Un punto
Dopo quasi 25 anni è prossimo a lasciare l’insegnamento il prof. Carmine Agresta. Un punto di riferimento per tutta la comunità dell’Aristosseno
“Se vuoi io ci sono, posso darti una mano con quello che sono, con quelle che sono le mie competenze. Io non ho mai invitato nessuno a venire in parrocchia, non ho mai costretto nessuno o attirato verso di me, ma uno dei miei intenti era quello di far vedere ai ragazzi che se volevano mi potevano trovare, che io ero dalla loro parte.”
Sono le parole, cariche di affetto, che indirizza ai “suoi” alunni don Carmine Agresta, uno dei docenti “veterani” del nostro Liceo, che proprio quest’anno, nel mezzo dell’emergenza per il Covid-19, si appresta a concludere la sua esperienza di insegnamento nella scuola.
Ci tiene, don Carmine (o “il prof. Agresta”, come lo chiamiamo noi in classe), a ribadire la coerenza del suo messaggio in tutti gli anni d’insegnamento: non fare proselitismo (“non ho mai obbligato nessun alunno ad avvicinarsi alla parrocchia”), ma dimostrare in ogni momento la disponibilità verso il prossimo, essere un punto di riferimento per chi ne ha bisogno.
Continua don Carmine:
…aspirare ad essere un punto di riferimento. Forse è una parola troppo grossa, ma chiunque sa di potermi trovare, perché sono disponibile nei confronti di tutti. Non so se sono sempre riuscito nell’intento, forse non sarò stato in grado di chiarirlo a tutti in ogni circostanza, ma il mio obiettivo non è mai cambiato.
Proprio per celebrare questi anni trascorsi dal prof. nella nostra scuola, abbiamo deciso di farci raccontare dalla sua viva voce come è iniziata la sua carriera da insegnante, come si è evoluto il rapporto con i suoi studenti, fino ad arrivare a questo anno e mezzo di Didattica a distanza, che ci ha strappato via la nostra quotidianità. Negli ultimi mesi è venuto a mancare il contatto umano “professore-alunno”, mediato ormai da un computer, ma con don Carmine questo non è bastato a impedirci di mantenere vivo un legame autentico, personale, perfino confidenziale.
Professore, cosa l’ha spinta ad insegnare nella scuola?
Confesso che inizialmente è stata una scelta dettata da un’esigenza di sopravvivenza: purtroppo noi preti se non insegnavamo avevamo difficoltà a guadagnarci da vivere. Allo stesso tempo, però, è stata una grande opportunità per me: incontrare un mondo che in altre circostanze non avrei conosciuto. Mi resi conto che attraverso la scuola avrei avuto la possibilità di svolgere il mio ruolo di prete, ma contemporaneamente apprendere cose nuove. Incontrando nuove persone avrei avuto l’occasione di essere testimone di ciò che sono e di provare a trasmettere Gesù agli altri. Il mio intento era quello di mostrarmi come una persona che con la sua umanità e la sua competenza, è capace di svolgere bene il suo lavoro.
Quando ha iniziato a insegnare ha riscontrato delle difficoltà?
Ho iniziato a insegnare nel lontano ottobre del 1997 e un passo importante fu passare dalle scuole medie alle scuole superiori. Inizialmente provai del timore, perché approcciarsi a dei ragazzi liceali è impegnativo, ma quando arrivai all’Aristosseno mi sentii a mio agio, e devo ammettere che ho trovato una bella scuola. È diventata per me un punto di riferimento, una seconda casa. Il clima che ti circonda è accogliente: i docenti sono sempre disponibili e il rapporto che ho con gli alunni è fondamentale per me.
Ha un ricordo di questi anni che si porterà sempre con sé?
Il ricordo che custodirò sempre è il rapporto che ho con gli alunni, devo ammettere che non è sempre stato facile, ma ha portato a belle esperienze di cui sentirò molto la mancanza. In secondo luogo, anche il rapporto con i colleghi è stato speciale ed è anche questo uno dei ricordi più belli. Dopo tanti anni di insegnamento confesso di non avere più le energie di un tempo, gli anni passano e sento sia giunto il momento di dare spazio ai professori più giovani, i quali molto probabilmente riescono ad avere un approccio migliore con i ragazzi. Naturalmente pensando a questi anni all’Aristosseno è inevitabile nascondere la tristezza di dover lasciare la scuola.
Professore, infine, pensando alla difficile situazione che stiamo attraversando, lei come sta affrontando questo periodo di Didattica a distanza?
Nonostante il difficile momento che la scuola italiana sta vivendo, per me il rapporto con i ragazzi rimane insostituibile, anche se ovviamente ci siamo dovuti adattare alle circostanze. Questo anno e mezzo non è stato facile, ha i suoi lati negativi, le sue difficoltà, ma allo stesso tempo ha dei lati positivi: grazie alla tecnologia è stato possibile mantenere viva la scuola in un modo del tutto innovativo, impensabile prima di questa pandemia, grazie alla quale sono riuscito a comprendere l’utilizzo delle nuove tecnologie.
In seguito a questo pensionamento, la nostra scuola perderà uno dei professori che più ci rimarrà nel cuore. I suoi insegnamenti, l’amore per il suo lavoro e la sua immensa disponibilità, rimarranno sempre indelebili nelle vite di noi studenti. Senza alcun dubbio, il futuro dell’Aristosseno non sarà più lo stesso senza il prof. Don Carmine, a prescindere dalla bravura di chi arriverà per sostituirlo. È stato per noi studenti un punto di riferimento fondamentale e grazie al suo esempio abbiamo imparato tanto.
Avere un professore come lei è stata una fortuna, la ringraziamo per averci accompagnato in questi anni di scuola, avrà sempre un posto nei nostri cuori, Prof. !
Anch’io ho un bellissimo ricordo dei momenti dell’ora di religione …sono ancora impressi nella mia memoria . Ricordo come il professore ci aiutava psicologicamente,ci sosteneva nei nostri problemi adolescenziali e come riusciva a trasmetterci le nozioni di religione senza farci annoiare….dico questo perché le mie figlie purtroppo non hanno potuto godere di questa meravigliosa opportunità …gli insegnanti di religione non sono come i sacerdoti e purtroppo tolgono ai giovani l’opportunità di avvicinarsi alla fede con un approccio diretto… peccato. Perciò anche se estranea al gruppo scolastico di don Carmine ho voluto approfittare per dirgli che è stato un grande perché i giovani hanno bisogno di un contatto diretto e la scuola credo sia per loro una grande opportunità .. GRAZIE DON CARMINE UN ABBRACCIO
E’ una grande gioia, ed un grande conforto, sapere che ci sono ancora dei sacerdoti che riescono, semplicemente con la loro testimonianza, ad essere credenti credibili anche per le nuove generazioni. L’annuncio del Vangelo vissuto e non soltanto predicato, apre i cuori e le menti di tanti che vedono una testimonianza credibile e cristallina di chi la rende. Tutti noi, insieme a don Carmine, abbiamo la responsabilità di seminare la Parola di Dio, senza nulla aspettarci, senza cercare gratificazioni e/o successi. Quando coloro che incontriamo, o come nel caso di don Carmine con i suoi allievi per insegnamento, riconoscono la nostra discrezione ed il rispetto verso loro che ascoltano il nostro messaggio di fede, vuol dire che abbiamo seminato bene.
La fede è un dono gratuito di Dio, non è un’imposizione, la si accetta o la si rifiuta.
Nel fare gli auguri a don Carmine per il suo meritato riposo, abbraccio caramente tutti i suoi allievi che in tutti questi anni l’hanno avuto come Prof., e ai quali mi piace dire che avete avuto accanto un servo umile del Signore che certamente avrà lasciato un solco indelebile nei vostri cuori e nelle vostre anime.
Il Signore faccia splendere il suo volto su di voi e vi dia pace.
Buon cammino a tutti
Don Carmine e ‘ veramente una persona speciale e chi ha la fortuna di incontrarlo sulla sua strada ne rimane arricchito