Ciak si gira… e non solo!

In piena pandemia è nato Spazioporto, il cineporto di Taranto. Un segno di speranza per

In piena pandemia è nato Spazioporto, il cineporto di Taranto. Un segno di speranza per tutto il settore della cultura jonica

Sicuramente sarà capitato a molti di fare un giro per Taranto e trovare in qualche zona della città un set cinematografico o televisivo (fra i più noti in tempi recenti, quello di Six Underground nel 2018…). Vi siete mai chiesti perché grandi produzioni scelgano proprio questa location per le riprese? È anche merito dell’Apulia Film Commission, una fondazione dedita allo sviluppo del cinema nella Regione Puglia, al pari di diverse altre in Italia (si pensi solo alla Lazio Film Commission). Secondo gli addetti ai lavori, però, l’Apulia Film Commission si distingue nettamente per qualità, perché ha lo scopo di portare le produzioni in Puglia, finanziandole ed ottenendo in cambio che all’interno di esse lavorino maestranze, tecnici e professionisti pugliesi.

Tutto questo avviene con l’ausilio dei cineporti, strutture collocati nei più importanti capoluoghi di provincia della regione, che forniscono alle produzioni tutta la strumentazione ed il supporto tecnico e logistico che occorre per le riprese.
Taranto, fino ad oggi, ne era ancora sprovvista. Le cose, però, sembrano andare in un’altra direzione da qualche tempo. Spazioporto, infatti, è un sito inaugurato qualche mese fa nella periferia nord della città, proprio per mettere a disposizione delle produzioni cinematografiche ogni mezzo e servizio, senza dover ricorrere ai cineporti di Bari o Lecce.

Luogo sacro per la cultura in generale, il cineporto di Taranto, nuovissimo e ancora sconosciuto a molti, è una struttura ancora grezza al pian terreno, che una volta ultimato ospiterà il botteghino, una zona bar, una mini raccolta di libri e un’area dove lavorare liberamente, provvista di tavoli e comfort vari.                                                                                                                Al primo piano sono stati già allestiti e rifiniti gli uffici, le postazioni, la sala riunioni e – pezzo forte – la sala trucco e parrucco. I luoghi sono tutti molto colorati e trasmettono un’atmosfera soft e allegra.

Quali sono le principali funzioni di un cineporto, ce lo illustra Gianni Raimondi, presidente dell’associazione AFO6, che gestisce Spazioporto.      


Il cineporto è un luogo dove si vive la cultura a 360°. Si spazia dal cinema alla  musica, dal teatro alla fotografia, dalla letteratura alla poesia.

Poi continua dicendo

Con l’Apulia Film Commission, già da qualche anno, avevamo intrapreso una collaborazione, come associazione “AFO6” riguardo all’organizzazione di alcuni festival, come il “Cinzella Festival”- quindi quando abbiamo deciso di aprire questa realtà anche qui, ci è stato facile proporle una collaborazione , accettata di buon grado.

Le occasioni per utilizzare un cineporto, a Taranto, certo non mancano. Basti pensare solo agli ultimi tempi: tra le produzioni più recenti , quella del cortometraggio I Santi con l’attrice Elisa Del Genio, protagonista tra l’altro de L’Amica Geniale; oppure il film Mondocane con il celebre Alessandro Borghi.
Uno dei fini di questo contenitore culturale è, inoltre, quello di cercare di dare ai giovani pugliesi un’occasione di lavoro e di carriera nella propria regione.                                                                                                         

Ci siamo chiesti: è mai possibile che i nostri giovani debbano girare per tutta l’Italia per riuscire a realizzare il loro sogno di fare cinema? La risposta è stata: “No, non è più accettabile”. Non è bello vedere i ragazzi che sognano di andare via perché “in Puglia non ci sono opportunità”. Noi vogliamo con questo incentivarli a iniziare a coltivare il proprio talento e la propria passione proprio qui, anche perché non sempre tutti hanno le possibilità di studiare a Roma o al DAMS di Bologna o a Lecce. Perché essere costretti a rinunciare ai propri sogni?           

 Per realizzare questo progetto – chiediamo ancora a Gianni Raimondi – si fa ricorso ad accordi particolari?

Vi sono delle convenzioni attive per gli attori pugliesi e/o tarantini che desiderino seguire dei corsi di formazione professionali. Queste sono state stipulate con “Artisti 7607”, una collective di attori fra i quali Michele Riondino (socio tra l’altro anche di AFO6) e svariati altri “big”, che investono una parte dei guadagni delle proprie apparizioni televisive finanziando corsi tecnici, avanzati e di base. 

In cantiere, corsi destinati non solo ad aspiranti attori, dunque, ma anche a stuntman, addetti al doppiaggio, addetti al montaggio, hairstylist  e makeup artist, grazie anche all’aiuto di grandi case di produzione come la Palomar. L’obiettivo è, fra gli altri, quello di portare gente di altri Paesi a Taranto.

Un’altra particolarità di Spazioporto consiste nella sua ubicazione; difatti si trova fra Porta Napoli (nel quartiere Tamburi) e la Città Vecchia: scelta, questa, fatta appositamente per diffondere la cultura anche nelle periferie.                                    

Guardiamo, allora, la situazione sotto un secondo punto di vista e chiediamoci: Ma è proprio vero che Taranto è solo siderurgico, Ex Ilva, o addirittura “la città più brutta del mondo”, come alcuni la definiscono?
La nascita del cineporto serve anche e soprattutto a smentire questo luogo comune, che spesso gli stessi tarantini veicolano.

Noi ci definiamo “convertitori di idee” e la nostra mission è la valorizzazione del territorio, attraverso la promozione della cultura.

Commenta Raimondi. E a proposito del significato di “cultura”, precisa:

Amare la cultura, fare cultura, vuol dire “mettersi gli occhiali del bello”, perché siamo così assuefatti dal brutto (che nel nostro caso identifichiamo come il siderurgico, o i luoghi comuni che fanno di Taranto una città derelitta, disgraziata), da non accorgerci della meraviglia che ci circonda . Non a caso, chiunque venga a girare qui dice che “Taranto ha una luce meravigliosa” .      

In ultimo, un’impresa come quella del cineporto ha come obiettivo quello di far riconoscere  la cultura come un lavoro a tutti gli effetti, poiché “con la cultura si mangia” – e i numeri lo testimoniano: l’incidenza della cultura sul PIL nazionale è altissima, circa il 16%, ma inversamente proporzionale ai fondi che lo Stato vi investe. Si spera quindi in un cambiamento in positivo.                                                                                             

Com’è noto, purtroppo, in questo periodo le premesse per il rilancio del comparto culturale, anche a Taranto, non sono certo le più rosee: sfortunatamente, l’apertura di Spazioporto è coincisa con l’esplosione della seconda ondata della pandemia, che stiamo ancora affrontando, generando un ritardo di almeno quattro mesi nella programmazione. Nonostante alcune produzioni bloccate siano nel frattempo ripartite, seppur con rigidissimi protocolli anti-Covid, la situazione è ancora critica. Si spera, quindi, di riuscire a ripartire quanto prima, questa volta senza nuove interruzioni , con un’inaugurazione degna di questo nome e più carichi di prima. 

Fotografie dello Spazioporto a cura dell’autrice

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