Sulle orme della rinascita culturale di Taranto
Intervista al vicesindaco Marti Qualche giorno prima che fosse reso pubblico l’esito – purtroppo non
Intervista al vicesindaco Marti
Qualche giorno prima che fosse reso pubblico l’esito – purtroppo non felice per noi – del concorso per la Capitale italiana della Cultura 2022, abbiamo contattato il vicesindaco e assessore alla cultura e allo sport della nostra città, il dottor Fabiano Marti, che ci ha raccontato i progetti in cantiere per la riqualificazione culturale di Taranto. La storia della città, infatti, chiede di essere nuovamente valorizzata, e insieme ad essa l’interesse da parte dei giovani.
Assessore, sul suo profilo Instagram abbiamo notato un post particolare, che ritrae le poltrone vuote di un teatro, con la didascalia “senza cultura, l’anima muore”. Che significa?
Io sono sempre stato sostenitore del fatto che non si possa vivere senza la cultura, il teatro e l’arte intesa in tutte le sue forme. Fare a meno della musica, del teatro, della pittura, della lettura, significa sopravvivere, ma non vivere a pieno. La cultura è necessaria per alzare il livello qualitativo §ì77della vita.Ci rendiamo conto dell’importanza di una cosa nel momento in cui essa viene a mancare: così, in questo periodo abbiamo riconosciuto come queste discipline siano importanti per noi e costituiscano l’unico modo per alimentare l’anima. Io, poi, sono particolarmente sensibile a questa esigenza poiché il teatro l’ho sempre vissuto… è per questo che ritengo che senza teatro e senza cultura l’anima muoia. Così anche la lettura nuoce gravemente alla nostra ignoranza, quindi bisogna farne più uso possibile!
Diverse le iniziative che negli ultimi tempi hanno portato ad una riqualificazione culturale della città. Cominciamo dalla ristrutturazione della Biblioteca Acclavio e dall’evento ad essa collegato, “Sipario, si legge”…
Sono stati tanti gli eventi nell’anno appena trascorso. Stiamo lavorando per far nascere a Taranto dei “contenitori” in cui fare cultura.
Due anni fa abbiamo inaugurato il Teatro Comunale Fusco, il primo teatro comunale della storia di Taranto, che ad oggi è diventato uno dei centri culturali più importanti della città. Io ho sempre detto che senza teatro comunale, Taranto non avrebbe mai avuto la possibilità di diventare una città culturalmente elevata e non sarebbero mai nati dei professionisti del mondo dello spettacolo.
Anche la Biblioteca Acclavio è diventata un luogo di cultura, tant’è che in pochissimi giorni dalla riapertura – nonostante le misure dovute al lockdown– è nata una serie di concerti con l’Orchestra della Magna Grecia e poi l’ultimo evento, Sipario si legge: la prima messa in rete delle librerie della città, che collaborano tutte insieme per promuovere la lettura e la cultura a Taranto, cosa che non è mai stata fatta in nessuna città d’Italia.
Anche la Palestra Ricciardi ha ripreso il suo valore di simbolo sportivo di molte generazioni, dimenticato per decenni. Ci può illustrare i progetti futuri in questo ambito?
Parlavo poco fa con un assessore di Parma – capitale della cultura italian 2020 e 2021 – del fatto che anche nella presentazione di candidatura deve essere inserito lo sport e il senso culturale che esso ha sul territorio, tant’è che io sono assessore alla cultura e allo sport e le due cose sono spesso collegate, perché la cultura dello sport è fondamentale anch’essa per la crescita culturale della città.
Il Pala Ricciardi trasuda storia, dunque noi abbiamo voluto farlo rinascere perché non è solo un simbolo sportivo, ma anche storico, e se vogliamo lavorare al futuro della città dobbiamo riappropriarci del passato. È un luogo che vogliamo destinare al basket e stiamo lavorando al fine di avvicinare soprattutto i giovani allo sport.
Come intendete coinvolgere i giovani nei progetti futuri, anche sulla scorta del lavoro fatto per la candidatura della città a capitale della cultura 2022?
Stiamo facendo un grande lavoro sia per i ragazzi che vivono a Taranto, sia per dare la possibilità a quelli che vivono fuori di rientrare. Questo è il nostro obiettivo: lavorare sulla formazione dei ragazzi, perché saranno i giovani a portare il cambiamento; tant’è vero che tutti i progetti che facciamo prevedono sempre workshop e percorsi di formazione. In quest’ottica va visto anche l’impegno per tentare di aprire un’università tutta tarantina.
E in merito al coinvolgimento delle scuole?
In tutti i progetti che faremo e che facciamo – da quelli elaborati per il dossier della Capitale Italiana della Cultura 2022 ai Giochi del Mediterraneo 2026 – c’è sempre il coinvolgimento delle scuole, nel tentativo di rendere attiva la partecipazione dei giovani: solo in questo modo li faremo innamorare dei progetti che facciamo e di conseguenza della città. Sono loro la risorsa più importante per costruire il futuro della città.
Cosa può dirci riguardo alla ristrutturazione della concattedrale?
Abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa con l’Arcidiocesi, grazie al quale siamo intervenuti sulla facciata della Concattedrale; abbiamo restaurato l’illuminazione così come la voleva Gio Ponti: illuminando la vela che doveva specchiarsi sull’acqua delle vasche, ripristinate con tutto il piazzale.
Abbiamo ristrutturato completamente questo monumento tanto importante, di cui quest’anno si celebrano i 50 anni. Inoltre, è già pronta una mostra, nata da una tesi di laurea del Politecnico di Bari, proprio sul rapporto tra l’artista e questa sua opera.
Al termine dell’intervista, è doveroso ringraziare il vicesindaco Marti per la sua disponibilità a rispondere alle nostre domande.
Siamo felici di conoscere i progetti in serbo per la nostra bellissima città, sempre più propensa a un grande sviluppo culturale: si tratta di una Taranto diversa, non più nota per l’Acciaieria, ma per il panorama di arti e iniziative che è in grado di offrire.
Anna Maria Cantore
Chiara Anna Maggio