Che ne sarà di noi?
Gli interrogativi sul “dopo” quarantena Ormai siamo tutti dominati dall’abitudine rispetto a questa condizione della
Gli interrogativi sul “dopo” quarantena
Ormai siamo tutti dominati dall’abitudine rispetto a questa condizione della scuola a distanza : ci sentiamo a nostro agio nella nostra nuova normalità. Possiamo disattivare la webcam del nostro computer quando non vogliamo mostrarci, o il microfono per non farci sentire. Come se non bastasse, ogni azione è dilatata nel tempo della nostra giornata.
Eppure, in queste interminabili ore, molti pensieri occupano la nostra testa, tanti timori e tante insicurezze. Saremo in futuro pronti a tornare a vivere? saremo davvero in grado ad affrontare ciò che la vita ha in serbo per noi?
Ecco, la realtà frenetica che caratterizzava i nostri giorni – che sembrano appartenere ad un passato molto lontano – ci fa quasi paura. Siamo sereni nella nostra solitudine, ma cosa succederà quando tutto questo finirà?
Potremmo riassumere tutte queste incognite in un unico interrogativo: si tratta di una “paura di uscire”.
Si parla, infatti, di esame di maturità in presenza, ma saremo davvero tutti pronti a tornare alla vecchia normalità proprio in un giorno così importante?
Ci siamo disabituati al contatto umano, ad osservare – per davvero – il sorriso che sorge sul volto del nostro interlocutore. Il mondo si è congelato; e noi con lui.
Il nostro sfrenato mondo si è fermato, all’improvviso, e per noi ragazzi si tratta di un vero e proprio shock. Si pensa spesso alle “fasce più deboli” ed esposte alla conseguenze dell’emergenza, ma noi non rientriamo forse in esse?
Per questo chiedo ai ragazzi del mio liceo – e non – di resistere e cercare di rinforzare i rapporti umani, per quanto possa risultare difficile.
Torneremo – anzi, ahimé, tornerete – più forti di prima ad abitare le aule della nostra scuola.