Fotomontaggio di Denise Apicella.

Cinesi e mascherine: la solidarietà che non ti aspetti

Una storia dalla quarantena tarantina che merita di essere raccontata Può sembrare una bella storia

Una storia dalla quarantena tarantina che merita di essere raccontata

Può sembrare una bella storia messa su per raccontare qualcosa di commovente, qualcosa di esemplare, eppure è accaduto davvero. Qualche settimana fa, all’indomani dello scoppio dell’emergenza sanitaria, alcuni cittadini del Borgo di Taranto hanno trovato nelle proprie cassette postali una busta contenente due mascherine. Sì, proprio le introvabili mascherine chirurgiche che nelle ultime settimane le autorità sanitarie indicano come insostituibili presìdi di protezione contro la pandemia.

Il mittente non lasciava dubbi: la lettera era infatti impreziosita da frasi di incoraggiamento da parte dei titolari cinesi di un esercizio commerciale: un semplice Andrà tutto bene. Forza Italia! Forza Cina! Un gesto totalmente spontaneo, non richiesto, disinteressato. Un’opera di gentilezza gratuita e del tutto inattesa, che ha visto come protagonisti diversi imprenditori cinesi e ha coinvolto centinaia, forse migliaia, di tarantini.

Lo stupore degli inquilini che hanno ricevuto questa sorpresa è stato enorme. Ai loro occhi, un sincero messaggio di solidarietà da parte di chi, invece, durante la prima ondata del Covid-19, non aveva ricevuto  né mezzi di protezione né sostegno, affrontando in solitudine e con senso di abbandono le difficoltà dell’emergenza, con annessa etichetta di “colpevoli” dell’epidemia.

Si tratta senz’altro di un episodio degno di nota, che merita di non passare sotto silenzio e di non essere accantonato. Una storia di massima carità, avvenuta in un periodo estremamente delicato, che ha messo a dura prova l’esercizio dei veri valori umani. 

Nonostante il peso delle opinioni altrui, ci sono ancora persone, come questi negozianti, che non hanno smesso di credere nella bontà e nella comprensione della gente, che sono andati oltre i muri psicologici che i più non riescono a superare  e, guardando oltre, sono riusciti a lasciare un segno indelebile nei cuori di numerosi cittadini. Una carità “contagiosa”, insomma!

Fotomontaggio di Denise Apicella

Un tale gesto si erge a simbolo di una umanità quotidiana, senza nulla di eroico, speciale proprio perché non ha nulla di speciale; rivela, soprattutto, come possa apparire paradossalmente sorprendente che tarantini di una diversa nazionalità si siano sentiti non semplici ospiti, ma cittadini attivi nell’offrire la propria disponibilità per una causa comune, che non ammette distinzioni, mossi dal dovere morale di aiutare i più sfortunati.

Sia questo, dunque, un invito esemplare a liberarci di tutti quei pregiudizi che offuscano troppo spesso la nostra mente e ci impediscono di osservare la realtà così come essa, invece, meravigliosamente appare.

Si ringrazia Paola Nardelli 
per la preziosa segnalazione e per l'autorizzazione
all'incorporamento del post Facebook riportato.

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