All’Aristosseno I poeti lavorano di notte!

Il nostro Liceo si è aggiudicato l’intero podio del certame poetico ionico, giunto alla sua

Il nostro Liceo si è aggiudicato l’intero podio del certame poetico ionico, giunto alla sua sesta edizione

Come ogni anno, è stato indetto qualche mese fa il concorso di poesia I Poeti lavorano di Notte, giunto ormai alla sua VI edizione. L’iniziativa dà la possibilità a tutto il mondo della scuola ionica – studenti, ex alunni, docenti, personale scolastico e genitori – di esprimersi con opere originali a tema libero, che potevano essere sottoposte alla commissione giudicatrice entro il 31 gennaio 2020.
Trentadue poeti, fra cui alunni delle scuole “Aristosseno”, “Archita”, “Calò” e “Ferraris”, nonché una docente di Martina Franca, hanno preso parte al concorso quest’anno con le proprie liriche. E nonostante le difficoltà del periodo che stiamo vivendo, la giuria di qualità, composta da docenti, scrittori, educatori ed animatori culturali esterni al Liceo, è riuscita a “riunirsi” a distanza ed esprimere una valutazione.
L’Aristosseno si è aggiudicato le prime tre menzioni: sono risultate vincitrici le poesie Libertà (prima classificata) di Aurora Maglie della classe 2^B; Lo Spettacolo del Poeta (seconda classificata) di Cristian Caforio della 5^D e Sentiero (terza classificata) di  Alessia Malavisi della 4^D.
Di seguito i testi degli elaborati.

Foto di Cristian Roberti (Flickr.com)
Libertà
(Aurora Maglie, 2^ B)

Io
proprio io
che mai ho pensato di poter essere farfalla e
di volare leggera
tra le fresche lenzuola del vento,
di esser così
libera di tremare come una foglia
d'inverno
alla brezza del freddo,
di sentirmi
capace di scegliere qualcosa,
mai mi sono sentita
così libera come il fuoco,
libero d'ardere finché ne ha voglia,
così libera come la notte
di decidere in quale ordine
devono muoversi
le stelle.
Così libera come i sogni
di decidere in quale mente
far nido
durante le calde
notti d'estate.
Che i miei pensieri
tanto disordine riuscissero a fare,
consapevole io ancora
non ero.
Fino a quando
i tuoi occhi blu, le tue mani
sulle mie, la tua pelle chiara
i tuoi ricci di burro
mi sono apparsi.
Nei tuoi occhi ho visto il mare.
E che io potessi
sentirmi così bene
e così libera
consapevole io ancor
non ero..
fino a quando
non mi hai guardata.
Lo spettacolo del Poeta
(Cristian Caforio, 5^ D)

Tu vuoi che ti parli dell'amore
e desideri che io ti esponga
dei fiori la bellezza.
Ti pervade
il bisogno di udirmi cantare
degli illuminati cieli notturni
così romantici,
eppure ben sai
quanto si cela nel retro del sipario.
Tu non vuoi che io lo scopra.
Tu non vuoi che io ti decanti
dell'orrore e delle guerre,
della morte
e della perpetua pioggia di sangue.
Preferisci il pretenzioso cinguettar
alle oneste e sofferenti urla,
di chi perendo in sacrificio
vien dimenticato dall'altrui mente.
Tu temi l'oscurità delle ingiuste verità
contro le quali ti batti
mentendo.
Tu vuoi che io ti parli dell'amore,
ma come potrei
in un mondo in cui
silenziosamente
pericoloso odio
fermenta.

Sentiero
(Alessia Malavisi, 4^ D)

Respira. Sta per finire.
Tra poco non ci sarà più nulla,
solo il buio.
Il buio è molto meglio della luce,
la luce illumina e rende visibile a tutti ciò che non vuoi.
No, no, molto meglio il buio.
Nel buio c’è una strana melodia,
una melodia silenziosa,
uno stato di quiete, di pace.
Al buio non si vede nulla,
al buio non si mostra nulla,
nessuno vede l’errore, il diverso.
Però al buio la mente corre,
viaggia, immagina e crea.
Può creare qualcosa di meraviglioso,
ma può anche portare in vita un mostro.
Respira. C’è il mostro,
lui conosce, lui capisce,
lui vede, sente e parla.
Il mostro parla,
ti sputa la verità addosso,
ti tira i macigni e 
ti porta nei sogni più oscuri.
Mostro che non porta luce,
che si cela nel buio,
mostro che reprime ogni richiesta d’aiuto.
Il mostro arriva con i sogni
ed insieme danno la caccia alle povere anime.
Mare. Ecco dove si dovrebbe andare.
Al mare di notte.
Al mare d’inverno.
Il mare ha una forza magnanima,
l’acqua non può essere imprigionata.
E se l’acqua affogasse il mostro?
E se l’acqua portasse via con la sua forza
le voci, i sogni e le parole?
E se forse la luce non fosse poi così male?
Respira. Sta sorgendo il Sole.
Ma non scappare. Fermati a respirare.
Respira a pieni polmoni,
con tutta la tua forza.
Inebriati della vita e della sua bellezza.
Respira che il mostro non c’è più.
Respira e guarda il mare,
il mare al mattino,
il mare d’inverno.
E se mai avrai paura,
sentiti acqua.
Perché l’acqua è libera, forte,
meravigliosa e perché
l’acqua si salva da sola.

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