Foto di Eleonora Gallo.

Una scuola “spettrale”

Zoom, Google Meet, Skype: chi mai avrebbe potuto immaginare che sarebbero diventati così importanti per

Zoom, Google Meet, Skype: chi mai avrebbe potuto immaginare che sarebbero diventati così importanti per la nostra socialità e la nostra istruzione?
Ci siamo svegliati all’improvviso in un mondo completamente diverso, con “regole di vita” nuove, che nessuno avrebbe mai potuto pensare. Come in tutti cambiamenti della vita, però, ci sono aspetti positivi e aspetti negativi.

Personalmente, credo che questa vita così “tranquilla”, che da mesi ormai siamo costretti a condurre, abbia contribuito a farci apprezzare il valore del tempo: si è passati, infatti, da una vita frenetica ad un’altra completamente all’opposto; magari, tutto questo servirà a farci considerare maggiormente quello che abbiamo – e che avevamo dimenticato di aver ottenuto con sacrifici e tanto impegno.

Foto di Eleonora Gallo.

Ci siamo improvvisamente resi conto di valori che prima non avrebbero avuto così tanta importanza, come ad esempio la famiglia, gli amici o perfino la scuola. A proposito di quest’ultima, devo ammettere che il rapporto con l’esperienza scolastica è diventato qualcosa di “magico”, o meglio spettrale, come se si trattasse di una presenza al tempo stesso lontana e vicina. Questa quarantena ci sta facendo capire quanto i rapporti umani non si possano basare solo su una videochiamata.

All’inizio ero felicissima: pensavo a come finalmente sarei riuscita a “staccarmi” da un mondo così pressante e noioso, ma poi la cosa più dura si è rivelata proprio il distacco.
Chi avrebbe mai potuto dire che il mio primo problema per “andare a scuola” sarebbe stato riuscire a fare login su Meet? Chi avrebbe mai potuto prevedere la corsa contro il tempo per riuscire a consegnare gli esercizi di matematica su Classroom? Quale professoressa avrebbe mai potuto immaginare di ritrovarsi davanti tutti i propri alunni in pigiama e le studentesse struccate? Eppure adesso ci siamo: tutto questo è realtà.

Continuo a pensare a cosa eravamo prima, il passato oggi mi rende triste e nostalgica.
Alla fine spero almeno che in questa circostanza un po’ tutti, nel mondo, accomunati dalla reclusione forzata, riscoprano un tempo, seppur breve, di solidarietà, fratellanza, empatia.

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