Mario Sibilla interpreta Giorgio VI nello Spettacolo "Arihistory" (Maggio 2016). Foto di Andrea Simeone.

Il Liceo, dove tutto è cominciato

Mario Sibilla, classe 1998, nel 2016 ha conseguito presso la nostra scuola il diploma di

Mario Sibilla, classe 1998, nel 2016 ha conseguito presso la nostra scuola il diploma di Liceo Scientifico Internazionale. Da quattro anni vive a Torino, dove ha brillantemente ottenuto una laurea in Ingegneria Aerospaziale presso il Politecnico. Sempre al Politecnico di Torino prosegue oggi i suoi studi nel corso di laurea magistrale ad indirizzo Astronautica e Spazio.
La Fenice lo ha raggiunto per raccogliere il suo ricordo del Liceo Aristosseno.

Mi è stato chiesto di spiegare cosa sia stato per me l’Aristosseno, cosa abbia significato nella mia vita. In effetti, il Liceo ha segnato profondamente la mia esistenza per tantissimi motivi; innanzitutto, perché attraversando quei corridoi sono cresciuto accademicamente e personalmente.

La prima volta, sono entrato nel piazzale della palestra spaventato ed affiancato dai miei genitori; sentivo chiamare il mio nome, come 27esimo di 31 alunni della prima classe della lista, la 1A. Ci hanno accompagnati in questa aula immensa ed è ufficialmente iniziata la mia avventura e quello che, per i successivi cinque anni, è stato il filo conduttore e significativo della mia esistenza e della mia crescita.

Non starò qui a mentire sulla mia storia: non è stato tutto semplice dall’inizio, anzi; il percorso è stato spinoso ed irto, spesso stressante, ogni tanto deludente e psicologicamente difficile; ma d’altra parte, non dipingerò il ritratto malfatto di un incubo che non ho realmente vissuto. Sarò completamente sincero e vi racconterò com’è andata.

L’Aristosseno, con il suo ambiente stimolante e ricco di possibilità, mi ha permesso di ampliare i miei orizzonti, attraverso corsi differenti, convegni esemplari, visite guidate illuminanti, ma mi ha anche permesso di mettermi alla prova nella scoperta di me stesso, ad esempio attraverso il Drama Club.

Mario Sibilla e sua sorella Francesca in occasione dello spettacolo “Arihistory” (Maggio 2016). Foto di Andrea Simeone.

Sono stato – e ne vado particolarmente fiero – uno dei primi fedeli seguaci della professoressa Messina, la nostra super regista, amica, consigliera e cuoca provetta.
Con lei abbiamo costruito, sulle macerie di un vecchio gruppo, il nostro personale spazio vitale e familiare, che permetteva di fuggire dalla quotidiana e tranquilla routine scolastica, per emozionarsi, vivere e segnare in maniera indelebile, nei nostri cuori e in quelli dei nostri spettatori, un ricordo carico di pathos e che alla memoria riscalda anche i più gelidi cuori.

Ricordo poi le mattine dei compiti in classe, quando i brividi di freddo attraversavano la mia schiena; o le mani sudate prima di un’interrogazione, a causa della mia incessante ansia da prestazione. Ricordo i sorrisi dei professori, che ci vedevano crescere sotto i loro occhi; ricordo i litigi in classe, le giornate dell’arte, le assemblee d’istituto che finivano in passeggiate in centro con gli amici.

Il liceo ha rappresentato uno dei periodi più belli della mia vita; per questo, non appena ne ho la possibilità, ci ritorno per rivivere quei ricordi che, scanditi dai miei passi nei corridoi, ritornano alla mente come vento caldo e dolce, che accarezza le memorie tenere e rincuoranti di un passato felice.

Mario Sibilla al termine del suo Esame di Stato, il 5 Luglio 2016. Foto fornita dall’interessato.

Porterò con me ogni piccola parte del mio percorso, con la cura e la meticolosità che si attribuisce alle cose preziose, poiché restino sempre impressi, tanto indelebilmente da riafforare ogni tanto e da riportarmi, così, indietro dove tutto è cominciato, là dove ho messo le basi per ciò che sarebbe venuto.
Là dove ho varcato quell’ingresso, covo di entrate a seconda ora e uscite anticipate, come un ragazzetto o poco più, e ne sono uscito, trionfante, dopo 45 minuti di esame orale. Quell’esame nel quale, con il sostegno di tanti presenti  – tra amici, collaboratori ed insegnanti – dimostravo a me stesso di poter essere fiero, sì dal punto di vista accademico, ma anche da quello personale; di aver lasciato un segno indelebile, uno scambio pari di emozioni che resteranno per sempre; di essere, finalmente, un uomo.

Mario Sibilla

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