Non sarà una maturità da telefilm

Sono in quarantena da più di un mese. La mia stanza inizia vagamente a somigliare

Sono in quarantena da più di un mese. La mia stanza inizia vagamente a somigliare alla tana di un Hobbit, libri sparsi sulla scrivania, pc perennemente acceso, liste su cose da fare per non annoiarsi, attrezzi disseminati sul pavimento per non dimenticarmi di fare un po’ di palestra ed evitare così di trascorrere la serata sul letto a meditare sul nulla cosmico…
Le giornate scorrono lente, mentre le dita corrono svelte sulla tastiera, per consegnare gli ultimi compiti ai professori impazienti, per scrivere alle amiche e aggiornarle sulle ultime serie tv, sugli outfit dei nostri compagni in videolezione, sulle ultime “apparizioni” del premier Conte.


Inutile dire che la scuola mi manca tantissimo. Mi manca la corsa sulle scale per arrivare in tempo in classe, mi mancano le ore di lezione che sembravano non passare mai, mi manca la coda interminabile alle macchinette per riuscire ad accaparrarmi un caffè, mi manca incrociare fra i corridoi ragazzi di altre classi e confrontarmi con loro sull’andamento dell’anno scolastico.
Cosa mi manca di più? Le mie amiche, il nostro inseparabile quartetto e soprattutto la mia compagna di banco. Mi mancano i nostri sguardi complici, scambiati fra una lezione e l’altra, la sua risata mentre mi osserva in palestra in tutta la mia goffaggine, i bigliettini scambiati frettolosamente durante i compiti in classe, il suo appoggio nei miei momenti no.
La maturità sta per avvicinarsi e dinanzi a me non ho uno scenario ben chiaro, mi sembra di essere in un’enorme bolla di sapone e aspetto con ansia che scoppi al più presto.


Mi aspettavo di vivere questo ultimo anno di liceo in maniera totalmente diversa, mi immaginavo scene degne di un telefilm americano anni 90, dove le protagoniste, fra una festa e l’altra, si diplomano per poi sfrecciare sulle loro decappottabili rosse fiammanti.
Beh, io e le mie amiche non abbiamo proprio una macchina di questo tipo, ma ci accontentiamo della mitica Hyundai i10 di un azzurro poco convinto, la macchina che ha accompagnato le avventure del nostro quartetto durante i mesi passati.
Spero che la situazione torni al più presto alla normalità; nel frattempo mi accontento di sognare di tornare sui banchi di scuola almeno per un giorno e salutare un’ultima volta il mio liceo, che è stato la mia culla, a volte troppo stretta, a volte troppo dorata, durante questi cinque anni.

Immagini di Clarissa Pignatale.

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