ARTICOLO LEVANTINO – FRANZOSO
Bullismo e mafia: tematiche scottanti che coinvolgono tutti, anche i ragazzi adolescenti che sono “alle
prime armi”, che sono alle prime esperienze, che devono intraprendere le opportune vie per un futuro
ricco di soddisfazioni in nome dei veri sentimenti. Ma questi ultimi riguardano solo gli esseri umani? Il cane
immaginario Uccio li ha esternati verso il suo padrone che risponde al nome di Giovanni Falcone. Da qui ha
inizio il libro di Dario Laventino “Il cane di Falcone”, che nella realtà è riferito ad un simile animale visto
qualche volta accovacciato nei pressi della lapide del giudice da quando riposa in pace. Uccio spera che
prima o poi il suo padrone possa ritornare in vita e concedergli le solite attenzioni. I ragazzi presenti
all’incontro, tenutosi in data 15 marzo c.a., sanno benissimo che l’evento non potrà accadere ma dal
colloquio, ricco di mirati ed opportuni interventi, è emerso che la lotta per sconfiggere il triste fenomeno è
ancora lunga ma se combattiamo tutti con lo stesso obiettivo, il risultato finale non può che essere quello
sperato dal celebre magistrato. All’essere mafioso si arriva trascorrendo un’adolescenza violenta, partendo
dall’essere bullo. E’ di questo fenomeno purtroppo dilagante tra gli adolescenti che si è parlato, giorno 26
marzo c.a., con l’autore Andrea Franzoso del romanzo “Ero un bullo”. E’ raccontata la vera storia di Daniel
Zaccaro, che a seguito di mancate e comprensive attenzioni da parte dei genitori, segue un percorso di vita
caratterizzato da ferocia e brutalità. L’incontro col cappellano del carcere gli permette di cambiare vita e di
aiutare i ragazzi in evidente difficoltà a compiere le adeguate ed opportune scelte. Anche con Franzoso, i
molteplici interventi dei ragazzi hanno permesso di dar vita ad un dialogo da cui è scaturito un messaggio di
incoraggiamento alla vita, a non fermarsi mai di fronte alle difficoltà: i limiti sono fatti per essere superati.
In conclusione l’autore ha letto le ultime righe del suo lavoro, riferendosi ai giovani ascoltatori:”…resta
fedele a quel bambino che è cresciuto dentro di te e che hai imparato a proteggere. Ogni tanto guardati
indietro e ricordati che sei umano, non perfetto.”
Giorgio Palmisano
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